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Il Punto - 2010-04-07 20:27:46

Avvenire/Stadium 3 aprile 2010
Alleniamo i giovani a valorizzare il silenzio
 
di Claudio Paganini (Consulente ecclesiastico nazionale del Csi)
E arriva al Pasqua. Chissà se il mondosportivo riuscirà veramente a staccare per un paio di giorni. Niente gare, niente allenamenti, niente bar sport dove arrabbiarsi e pretendere d’aver ragione a tutti i costi. Insomma, un po’ di silenzio sull’egemonia dello sport giocato e chiacchierato, per lasciare spazio ad altri valori ed altre esperienze umane: gli amici, la famiglia, la fede, il riposo... Non può essere lo sport a dettare l’agenda della nostra vita! Il silenzio del mondo sportivo, più che innescare un vuoto mediatico, obbligherebbe molte persone a pensare e a fare i conti con la propria stessa vita. Magari, nel silenzio, potemmo meglio sentire i lamenti di chi soffre, di chi domanda aiuto, di chi si sente solo o rimane perennemente in panchina … emarginato dal gruppo. Il silenzio dà alla vita un sapore tutto particolare: dà senso alle cose. Per gli uomini di chiesa il Sabato Santo, il tempo tra la morte e la Resurrezione di Gesù, rappresenta il silenzio di Dio. In questo tempo, mentre Gesù giace morto nel sepolcro, prorompe la nostalgia per chi non c’è più; ci mancano le sue parole, i suoi miracoli, la sua presenza … Ed insieme la necessità di essere protagonisti; ora che lui non c’è più tocca a noi, non agli altri; tocca a noi rendere migliore questo mondo col nostro impegno. Per gli uomini di sport, il silenzio non è un valore a cui solitamente ci si allena. Il silenzio stampa è visto come valore negativo; un atleta parla coi risultati agonistici; la cultura e le parole degli uomini di sport lasciano a desiderare, dicono. Eppure, nel silenzio, si rafforzano valori ed azioni e sportive: si può ascoltare il proprio cuore che palpita, si ripassa la dinamica di un gesto atletico, ci si concentra eliminando dalla mente distrazioni e paura. Valori umani, valori cristiani e valori sportivi costantemente si incontrano e collaborano per dare all’umanità nuove prospettive di speranza e redenzione. E arriva la Pasqua! Il tempo del silenzio diventa il tempo della gioia. Quel corpo, offeso e torturato, risorge; la morte è sconfitta. E il corpo diventa strumento di redenzione, come ricorda San Paolo. Buona Pasqua, specialmente a chi rompe il silenzio per pronunciare annunci di gioia, di valore e di fede. Buona Pasqua anche a chi non sa tacere per annunciare il vangelo. Buona Pasqua a tutti quei saggi allenatori e dirigenti che nessuno riesce a zittire: sono troppo felici nello stare in mezzo ai giovani sui campi da gioco. Quella è la loro Pasqua.
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

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